sabato 21 aprile 2012

Il festival della buzzurranza

Buzzurro:

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In romanesco Buzzuro (pr.: bbuzzùro), deformazione del termine tedesco antico Butzen, l'attuale Putzen (colui che pulisce). Termine con cui venivano soprannominati gli ambulanti svizzeri che in inverno venivano a Roma per pulire i camini e a vendere la polenta, il castagnaccio e le castagne arrostite, in romanesco callarroste.
Dopo l'Unificazione di Roma all'Italia e la sua designazione a capitale il termine fu popolarmente utilizzato spregiativamente per indicare le genti provenienti dal nord Italia al seguito della corte sabauda.
A Roma, nel 1871, vennero censiti 6.662 buzzurri di cui 34 donne, nel censimento di dieci anni dopo erano 10.887 di cui 111 donne, a fine secolo erano quasi 25.000, circa il 10% della popolazione romana dell'epoca.
Tutti questi nuovi immigrati si stanziarono tra l'Esquilino ed il Macao, poi in Prati.
In una sua poesia Giggi Zanazzo poetava sui "buzzurri" arrivati con l'Unità d'Italia a Roma, così:"Questi pé fatte: annamo, fanno annuma - pé dì che famo, dicheno che fuma - pé divve addio dicheno cerea....E sò Tajani, di, 'sti ciafruijoni?".
Attualmente "buzzurro" ha un valore dispregiativo generalizzato e sta ad indicare persona rozza, ignorante o volgare.

Terrone:


 E' un termine della lingua italiana, utilizzato dagli abitanti dell'Italia settentrionale e centrale come spregiativo[1] per designare un abitante dell'Italia meridionale, talvolta anche in senso semplicemente scherzoso[1].
Ha diverse varianti piuttosto diffuse e riconoscibili nelle lingue locali, come terún / terù / teron (lombardo), terún (ligure), terù / terún / tarún (piemontese), tarùn / taroch / terón (veneto, friulano), teròch / tarón (emiliano-romagnolo), terón / terró (marchigiano) o teróne / taròne in altri idiomi dell'Italia settentrionale, mentre rimane terrone in toscano.
In passato il termine era utilizzato con un altro significato e valenza; solo nel corso degli anni sessanta ha acquisito il senso attuale.
Con il termine "terrone" (da teróne, derivazione di terra) si indicava nel XVII secolo un proprietario terriero, o meglio un latifondista[2].
Il riconoscimento di terrone come insulto e non come termine folkloristico è un processo che storicamente ha subito molte battute d'arresto e incomprensioni, probabilmente dovute al fatto che solo una parte della popolazione italiana ne riconosceva pienamente la gravità e il suo carattere offensivo[3].

A VOLTE UN PO' DI STORIA NON GUASTA PER CHIARIFICARE I DUBBI

Il luogo comune sarebbe dire: "Io sono italiano e  amo il mio paese e bla, bla, bla," ma invece no. Io sono meridionale; fiero di esserlo e disprezzo il settentrionale medio che come me disprezza il meridionale medio. 

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